Intervista a “Palazzo San Giacomo” sulle delibere sui beni comuni – TV Luna (C.14) – 7 maggio 2014

Guarda l’intervista su TV Luna riguardante le delibere sui beni comuni:

Regolarizzazioni ed emergenza casa. Ora parlo io!

Premessa

-Tanto si è detto rispetto all’ipotesi di formulazione di una delibera semplicisticamente definita sanatoria o salva-abusi, senza che chi ne discutesse sui giornali la potesse conoscere o fosse interessato a farlo, in un quadro di giorno in giorno più confuso con esperti che all’occorrenza hanno tratto sentenza e giudizio di moralità.

ORA PARLO IO:

Gli argomenti trattati sono articolati e richiederebbero tempo e spazio, complessità tali da conferire alla Giunta il giusto dubbio di opportunità e praticabilità tipico di chi amministra in buona fede, nell’orizzonte del preminente interesse pubblico.

Sarà approvata un giorno, in forme e modi diversi è secondario, lasciatemi tuttavia prefigurare possibili soluzioni sulla complessità delle locazioni pubbliche a Napoli, nel quadro della grave crisi economica che morde nella nostra città. Città con una delle più basse percentuali di proprietari di prima casa d’Italia, con un forte mercato immobiliare con locazioni che divorano la vita delle persone, crollo occupazionale, quartieri in cui si riducono i consumi alimentari, dove il confine legale/illegale impone al pubblico capacità di intervento, razionalità, sfida vera ai poteri criminali e non commento politico o desiderio di giustificare se stessi.

Ovviamente nel quadro della carenza di risorse e della contrastante attesa di profitto di grandi speculatori e gruppi criminali articolati ed organizzati per territori come nella mappa camorristica della nostra città.

LA REGIONE CAMPANIA normativamente deputata a regolamentare dal 1972 la materia ERP è riuscita nel brillante obiettivo di :

-non nominare un assessore alla casa e infrastrutture e quindi non riunire l’osservatorio casa negli ultimi due mesi;

-normare le regolarizzazioni delle locazioni senza titolo nel 1998 e nel 2000 stabilendo obbligo per i Comuni, poi nel 2012, proprio nella fase di necessari interventi unici per comuni avviati a costituire città metropolitane, ha offerto facoltà, diversamente attivata senza prevedere esplicitamente la stessa nel 2013 nella finanziaria del maggio u.s., che comunque non stabilisce termini per i Comuni; quindi obbligo formale unito a facoltà politica, esiste?

-reintroduce surrettiziamente l’art.6 della legge 13 del 16/04/ 2000,(certo poche settimane prima di BASSOLINO governatore ma dallo stesso non modificata per 10 anni),ovvero sancisce di nuovo e senza che di ciò vi sia stata lettura sui giornali la possibilità che persone iscrittesi per due anni allo stesso stato di famiglia e non parenti, debbano ricevere voltura dai comuni.

Ovvero si offre uno strumento esplicito al malaffare, ambito agli occupanti generici che possono in tal modo intravedere una regolarizzazione. Minore è la possibilità di contrattualizzazione per via ordinaria e maggiore diviene il prezzo criminale da pagare.

Probabilmente versano denaro a chi diviene tramite, arricchiscono la camorra ma ciò se condotto linearmente e senza troppe evidenze diviene addirittura legale! E nulla c’entra la regolarizzazione.

Ai Comuni senza risorse il compito di istruire le pratiche che necessiterebbero di intelligence, grande supervisione degli atti. Se ne è accorto il giudice Narducci, di cui conservo stima, o è illegale solo ciò che contravviene la forma?

Dobbiamo parlarne con chiarezza o, come dai verbali sindacali evinciamo, facendo come l’assessore Tuccillo che pare preferisse fosse la Regione a risolvergli il problema?

Sanno gli urbanisti De Falco e Belfiore che nulla c’entrano i condoni edilizi o i beni sottoposti ad abbattimento?

E’ necessaria una grande iniziativa anche del Comune di Napoli per eliminare l’art.6. Aspettiamo una sede di confronto. Lavoreremo incessantemente affinché la Regione Campania assuma un profilo adeguato.

Tali dinamiche hanno determinato ai nostri giorni 4500 istanze da trattare (ancor di più comprendendo gli IACP) tra volture e sanatorie già dovute. Per questo motivo scriviamo di voler stipulare Protocolli attivi con Procura, Questura e Prefettura per concorrere con incrocio di dati e lavoro comune a spezzare questa dinamica, disvelare anomalie del passato, scoprire incrostazioni, applicare norme che già prevedono la decadenza, la non riassegnazione etc.

Liberare immobili a seguito di tali puntuali ricostruzioni.

Ma ai nostri giorni esiste un bacino di ulteriori 4mila famiglie e non introdotte nel sistema delle volture. Famiglie composite ma in genere povere che, se prive di regole ed opportunità di ritorno alla legalità, intravederanno quale unico obiettivo la dazione criminale.

Cosa facciamo?

Pensiamo di poter trasformare Napoli in un campo di battaglia per sgombrarli tutti, mentre chi si rivolgerà alla malavita confiderà in una soluzione?

Meglio sviluppare un progetto, un’idea.

Pensiamo veramente che la strada verso la dignità, il miglioramento della nostra città sia contrapporre tutti loro agli assegnatari (al momento della graduatoria del 1995)? E’ questa guerra tra poveri che ci restituirà contrasto all’esclusione sociale, affezione alla cosa pubblica, contrasto alla criminalità, amore ed osservanza delle regole, con ingenti spese per realizzare tutti gli sgomberi e ricreare magari in parte ulteriori emergenze abitative?

Nel frattempo gli immobili non sono vendibili, salvo spericolate indizioni di aste socialmente ancor più pericolose. La mancanza di un contratto disincentiva al pagamento della indennità di occupazione (la regolarizzazione comporta il riconoscimento delle pregresse morosità). Questa è l’unica nozione di legalità che conosciamo? Oppure esiste l’obbligo di indicare una strada, interporsi agli agenti criminali, riconoscer per tutti il diritto a vivere ed abitare?

Il documento prevede anche, convinti che le grandi trasformazioni non si conducono da soli, il ricorso all’art. 54 che conferisce al Sindaco il potere di intervenire a scopo di protezione sociale per tutelare coloro che subiscono una appropriazione violenta di un immobile, incoraggiandoli alla denunzia assegnandogli un’altra abitazione.

Ma quale nozione di legalità adottiamo se, con i mezzi possibili ad un Comune eseguiamo un numero di sgomberi, ovviamente limitato e tale da colpire soltanto gli ultimi degli ultimi che non frappongono un ricorso al T.A.R. o un avvocato perché senza risorse?

La contraddizione ci dice che le domande presentate dai cittadini secondo la norma regionale e senza parere del Comune di Napoli costituiscono comunque uno screening. Un’opportunità dentro la quale saper leggere storie, differenze, bisogni, alternative concrete.

Ovviamente per differenza censire soggetti privi di requisiti previsti dalla norma regionale, scoprire incrociando le banche dati di tutti i servizi comunali passaggi sospetti, anomalie.

Adottare a quel punto scelte che farebbero della legalità ragione di interesse, monito verso i clan, recupero di risorse da destinare al Comune e non alla camorra.

Lo si può fare adesso, in un futuro immediato o allorquando la Regione Campania, opportunamente sollecitata avrà voluto offrire una interlocuzione degna.

Certo a tal proposito bisogna ricordare che la regione ha azzerato il contributo all’affitto, sospeso il finanziamento ai piani di riqualificazione, non contemplato l’emergenza abitativa nel suo bilancio.

UN riconoscimento di titolarità ridurrebbe la platea degli sgomberi da realizzare agli occupanti dopo il 2010, a tutti i non sanabili ed a coloro che avrebbero a seguito di rigida applicazione di criteri selettivi incontrato esito negativo. Verrebbe fuori un numero di sgomberi praticabili e socialmente più giusti.

Si sta nel frattempo lavorando all’aggiornamento della graduatoria del 2011 ed i tavoli tenutisi con le organizzazioni sindacali degli inquilini hanno prodotto avanzamenti in merito ad un ruolo più ragionevole, consono e lineare delle commissioni consultive per le quali abbiamo previsto le risorse nelle previsioni di bilancio, puo’ quindi essere ragionevole il periodo di pubblicazione di una graduatoria aggiornata.

Più sgomberi orientati, più risorse derivanti da cittadini sanati e meno soldi alla camorra, potrebbero quindi realmente corrispondere a più assegnazioni.

Nel frattempo riprendere gli elenchi di persone in passato condannate al 416 bis ed oggi ,quelli si regolari assegnatari, e verificare la possibilità di sgombero, intervenire laddove si sospetta sia superato il reddito utile per permanere nell’ERP.

Una modo certo diverso di approcciare la questione come puo’ essere nelle corde di una giunta ed una maggioranza che nel contesto economico e sociale dato, devono rinvenire grandi alleanze di popolo e nuove idee di trasformazione per offrire un futuro diverso.

Per far questo occorrono mezzi, persone, risorse ed organizzazione.

Unitamente all’assessorato al Personale ed alla Direzione Generale si stanno individuando modalità di potenziamento degli uffici, cosi’ un’unica sede accorpata e su due piani a Piazza Cavour per rendere migliori e più frequenti servizi ai cittadini

Rivisitare la gestione del contenzioso affinché in luogo di esso vi siano sempre più piani di rateizzo tempestivi, sostenere le morosità incolpevoli.

Ambire a svolgere politiche abitative attive con il sostegno alle locazioni a prezzo concordato, partire da Napoli per restituire centralità al diritto alla casa, per un nuovo e moderno equo canone, attivare riconversioni di beni a fini residenziali, avviare il co-housing, riassegnare i patrimoni residenziali acquisiti al patrimonio a seguito di confische per padri separati, homeless, emergenze abitative. Altro che illegalità!!

SANDRO FUCITO

Assessore al Patrimonio

Comune di Napoli